Ricordando Guido Gozzano

    Che ne è di voi un tempo antico e in giorni ormai lontani graziose dolci fanciulle  avvolte allor
dal profumo di quella giovinezza oggi perduta?
Mezzo secolo  o forse molto più fuggito credo,
fuggito sì ‘l tempo m’ancor presente la memoria.
Quel giorno  sotto l’ombrellon azzurro‐chiaro
d’una calda afosa  spiaggia romagnola mi diceste
con allegro far con te vorrem doman il sorgere
del sol nel prim mattin noi noi soli contemplare.
Venne ‘l mattin e ‘l sole là in fondo in mezz’al mar dava già  segno del salir con raggi sfumati luminosi: fresca l’aria era e la salmastra brezza dal profum dolce amaro già alitava, c’avvolgeva.Qual Atalanta nova ecco rapida una, una corsa veloce all’istante spiccò qual volo ancor ved’oggi quelle dorate chiome sollevate al vento,
triste invece dell'altra parvemi sol uno spento tenero sorriso.
Qual’il  perché di tale corsa allor non fu capito, la sorella e me soli forse poi lasciar penso? Null’accadde noi rimasti soli,
silenzio vi fu silenzio solo, sguardi lontan e pur noi così vicini, sguardi  che ‘l sole nascente disturbava, sol silenzio nel muto silenzio del mattino. Vinse certo una forte timidezza allora!
Quali dunque oggi domando nel momento i  pensier nostri gl’inespressi sentimenti i desideri qual fosser ma a noi non noti?
Rosa non colsi, non capii l’amore? Finì così ‘l ricordo questo: tre ombre sole e lontan dal principiante sol dettate  sole su la  spiaggia ferma ciascuna con i suoi fermi  pensieri che d’un gabbian ‘l verso ...invan.... molesto disturbava.