Schivo scrivo

Schivo scrivo un racconto diverso,
attento sfuggo alla morsa di questo universo.

scrivo ma il mo foglio resta bianco,
indicando una matura voglia di cambiamento,
disteso lungo i margini di un banco,
rifugge scacciando gli effimeri del firmamento.

Non restano più dolci affilate parole,
non quando le si dà sempre via per le spade,
al soldo di chi le rende vuote e sole,
tacciono i deboli finchè non riempiono le strade.

Schivo scrivo ma resto immerso
nel racconto che più mi rende perverso.

Son favole o promesse non fa differenza,
ora restan le ceneri e poco altro importa,
un mondo dipinto con la su indipendenza,
un fondale stampato che alla fame riporta.

Svelto, impeto di lino, slancio di fango,
corri, non lasciar che corrompino il tuo sogno,
ancora nel vento balla il tuo tango,
ancora nel fulmine esaudisci i tuo bisogno.

Schivo scrivo una speranza in un verso,
son sempre io che il mio cuore riverso.

Un cielo assai differente confonde,
le colline al di là delle case,
l'ombra che genera e infonde,
distese d'idee in cerca della giusta fase.

Inserisco nel conto anche questo,
un giorno di nuovo mi sveglierò presto,
cercando di scrivere assai più che solo un testo,
conscio che sempre sarò quel che resto.

Schivo scrivo ma ora l'ho perso,
schivo e chino su questo universo.