Tenebre calde

Agli occhi rosso di
terra, di cielo
in tenebre calde,
un ibrido orizzonte
che si scioglie
nelle viscere assorte.
Branchi di palme dolci
e vivi lamenti rimbombano
nell’eterna veglia.
In lontananza si posa
il mio divagar sul nulla
mentre tu sei già
l’ancora sottrattami
da stormi rapaci ancora
in fuga senza tonfi
ma per lancinanti
flussi disarmonici.
Grasse risa,
sbalzi di colore,
luci di un’età di cui
non colgo il tempo,
annegano la mia
zoppa discesa in
una cappa densa,
senza uscita.