Abbandono

Di lei era rimasto soltanto quel sottile profumo di vaniglia che mi riempiva le narici ogni qualvolta aprivo l’armadio, ora vuoto. Erano passati ormai sei mesi, ma quella leggera fragranza era ancora lì, dentro quello scrigno, intrappolata tra quelle pareti di legno. Di lei non era rimasto null’altro, niente, neanche una fotografia, lei non amava farsi fotografare.. era stata proprio molto meticolosa nel cancellare ogni sua traccia, nel portare via tutto ciò che potesse farmela ricordare… eppure quel profumo, che lei sapientemente sapeva dosare sulla sua pelle, era ancora lì, e io, a piccole dosi, lasciavo che mi entrasse nella mente, a piccole dosi, cosciente che però prima poi si sarebbe esaurito.. la sera di luglio in cui lei se ne era andata faceva molto caldo, e il cielo era gonfio di nubi, pronte a esplodere in pioggia, proprio come mi sentii io appena mi accorsi che lei non c’era più.. avrei potuto telefonarle, certo, ma sapevo che non mi avrebbe risposto, sapevo che quel telefono sarebbe rimasto muto.. .e ora, a distanza di mesi, non aveva più alcun senso chiamarla.
Potrei dire che me lo aspettavo, o forse no, noi uomini siamo molto bravi nell’arte di non capire, di non vedere, di non accorgersi… e ora seduto accanto al fuoco del camino, trangugiando l’ennesima birra per stordire e smorzare questo senso di vuoto che mi prende, con lo sguardo rivolto verso l’armadio ora chiuso, non mi domando perché, ma piuttosto come e quando…
Le donne quando smettono di amare lo fanno in silenzio.