ALBERTO E ANNE

Alberto Proietti era il classico giovane romano: sempre allegro, sorridente e gioviale, amico degli amici era stato sfortunato per aver perso la madre in tenera età in parte consolato dalle Tate di solito ‘amiche’ del papà. Sin da piccolo aveva beneficiato di un fisico attraente sempre elegante nel vestire insomma era un piacere frequentarlo. Andrea, il padre era un costruttore edile oltre ad essere il titolare di una autorimessa alla periferia di Roma con annessa officina meccanica, spesso si presentavano degli stranieri per posteggiare le loro auto ed anche per ripararle. Altra qualità dimostrata da Alberto sin da giovanissimo era l’amore per i motori in generale , quando poteva metteva mani in quelli lasciati a riparare nell’officina di suo padre e poi, diventato più esperto, diciottenne modificò quello di una 500 Fiat Abarth tanto da portarlo, con meraviglia dei meccanici ad una velocità di trenta chilometri superiore a quella del modello originale, insomma un mago nel suo campo. Ovviamente il padre era stato costretto ad emarginarlo dall’officina, non tutti i clienti gradivano che le loro auto fossero elaborate aumentando la velocità massima ed anche il consumo di carburante. Un avvenimento cambiò l’interesse di Alberto da quello dei motori a quello della…Una mattina era all’ingresso del garage quando entrò una DS 7 Cross Bach color oro bizantino targata 75, Parigi. Ne era scesa una ragazza alta, bruna, capelli lunghi sino alle le spalle, sguardo fiero, detto alla romana da ‘incazzata da sempre’ a cui Alberto si rivolse in francese: “Mademoiselle, felicitations pour la voiture, je suis un bon preparateur de moteurs, j porterai la vitesse de la voiture a 250km/h.” “Il suo francese è penoso, io la trovo vantard, ignorant et vaniteux.” “Son riuscito a tradurre i suoi ‘complimenti’, penso che il suo atteggiamento sia dovuto ad una delusione amorosa, ai‐je deviné?” La ragazza si rifugiò in macchina, poggiò il viso sul volante…piangeva. Alberto ce l’aveva con se stesso, chi cacchio l’aveva portato a…stava per andarsene quando: “Venga, sieda nel sedile del passeggero, le chiedo scusa se l’ho offesa, purtroppo ha indovinato in quanto alla causa del mio atteggiamento, sono Anne Pascal, sono a Roma con mio padre, siamo ambedue archeologi, mon père si trova in un sito archeologico in via Alessandrina, se le va andiamo a raggiungerlo, si chiama León, la prego di mettere in funzione il navigatore satellitare. Durante il viaggio Alberto si accorse che il trucco degli occhi di Anne con le lacrime aveva imbrattato le gote di nero, si mise a ridere e: “Non si offenda ma lei assomiglia ad un clown!” “Non ha compreso come ha fatto a capire il motivo del mio stato d’animo.” “Sono un mago, un mio caro amico mi definirebbe ‘mago del cazzo’ scusi la volgarità, talvolta mi lascio trasportare dalla mia ‘romanità. Strada facendo passeremo dinanzi al nostro attico in via Merulana.” Dopo qualche chilometro: “È quello a destra, se suo padre è d’accordo sarete miei ospiti, intanto raggiungiamolo.” ” Monsierur León, je suis Alberto Proietti, sua figlia stava posteggiando nel garage di mio padre, col suo consenso siete ambedue invitati a casa mia:” Il genitore abbassò gli occhiali, squadrò da capo ai piedi il giovane che gli si era presentato.”D’accordo, perderò ancora una mezz’oretta.” “Ti prego, pulisciti il viso altrimenti cosa potrebbe pensare tuo padre? Ho dei fazzolettini profumati nel mio borsello.” “Preparato a tutto il signorino…” “Mi fa piacere che hai ripreso le penne come si dice a Roma, un tuo sorriso mi rincuora.” “Io penso che tutt’altro che ti rincuorerebbe!” Alberto non rispose, si grattò il capo e: “Alllungo il sedile per rilassarmi, è veramente comoda stà vettura.” “Tu che macchina hai?” “Una 500 Fiat Abarth, 220 km/h.” “Non penso che a Roma i vigili siano così benevoli con i trasgressori!” “Vado a correre al circuito di Vallelunga, qualora tu…” “Niente qualora tu, io e papà siamo a Roma per lavorare poi dovremo trasferirci in Egitto.” “Te saluto…” “A chi salutavi.” “Nel periodo che resterai a Roma dovrai abituarti alle battute oltre che alle virtù ed ai vizi dei romani come me.” “Io penso più agli ultimi che hai specificato!” “Cacchio, un po’ di tregua, ora capisco il fidanzato che ti ha lasciato!” “Certo solidarietà maschile…” Alberto era stanco di quel battibecco e restò in silenzio sino a quando sentì bussare al finestrino dell’auto, era León. “Non mi era noto che mia figlia facesse addormentare i maschietti…” “Molto probabilmente non sa che li annienta!” Risata da parte del papà, faccia brutta da parte della figlia. “Siamo arrivati, auto in garage, una cosa indispensabile per Roma.” Giunto il capo famiglia in casa, dopo le presentazioni Andrea: “Chiedo scusa per il mio abbigliamento, ero in uno dei miei cantieri, Roma si sta allargando, se seguita così arriveremo al mare, mi assento per una mezz’ora.” “Mia cara, a Parigi ce lo sogniamo un panorama così, si vede pure la cupola di San Pietro. “Preferisco andare a cena al ristorante sotto casa, più che altro è una trattoria ma il cuoco sa il fatto suo.” “Dottore lei si vede raramente nel mio locale, suo figlio invece mi fa spesso visita accompagnato da…” “Daniele, lassa perde i sen sennó farai la fine del tuo omonimo!” “Questa è una minaccia per il trattore, non è che per colpa tua ci avvelena, certo non ti fa piacere che ha scoperto i tuoi altarini, mi pare che in Italia si dica così.” “Non sono religioso, niente altarini… signor León lei deve avere un fegato a prova di bomba, cara in Italia si dice così.” Finalmente era giunto Daniele con appresso un cameriere, quattro piatti di spaghetti alla carbonara. “Signori doppia razione vedo Alberto un po’ deperito.” Grande risata di Anne.” “Che hai da ridere petite singe…” Intervenne Andrea: “Sembra la lite fra due vecchi fidanzati…” “ Fidanzata con Alberto, meglio farsi monaca!” “Si ma faresti la fine della Monaca di Monza. “ León: “Ou vous t’embrasses ou vous gifler.” Anne mise in atto il suggerimento paterno, preso fra le mai il viso di Alberto prese a baciarlo furiosamente. Giunse di nuovo Daniele con il cameriere e quattro piatti di abbacchio scottadito con contorno di carciofi alla romana, non aveva assistito alla scena del bacio altrimenti su Alberto si sarebbero riversate battutacce romanesche. “Daniele per favore portaci solo quattro razioni di ananas e poi i caffè.” Alberto ed Anne rimanevano silenziosi, stavolta intervenne Andrea: “Figlio mio non ti riconosco più, dov’è finito il ‘conquistatore di donne a getto continuo’ alla Petrolini?” Nessuna risposta, i due rampolli, ognuno per conto suo stavano riflettendo. “Se non avete prenotato un albergo potete dormire a casa mia, ci sono quattro camere da letto.” La richiesta di Andrea fu accettata, per fortuna le valigie dei due francesi erano ancora nel bagagliaio. “Allora buona notte e sogni d’oro parlo soprattutto a voi due, caro León in giro c’è una gioventù strana, speriamo bene, di nuovo buona notte.” Ma quale buona notte, Alberto col quel bacio si era eccitato e ‘ciccio’ era ancora sull’attenti, Anne era andata in confusione, avrebbe voluto…ma poi ci ripensò varie volte, in ultimo decise, niente ‘fiorellino’ ad Alberto, non voleva andare incontro ad un’altra delusione. Due giorni dopo León ed Anne partirono in aereo da Fiumicino per l’aeroporto internazionale del Cairo, Il giorno dopo si fecero accompagnare da una guida nei siti archeologici di recente scoperti, siti loro segnalati dalla compagnia francese per la quale lavoravano. Alberto non frequentava più l’officina meccanica del padre e non andava più a Vallelunga a correre in pista, non sapeva darne una spiegazione nemmeno a se stesso. D’istinto si iscrisse all’Università alla facoltà di Architettura avrebbe aiutato suo padre nel lavoro, forse avrebbe preferito iscrivesi ad Archeologia…. Studiava la mattina ed il pomeriggio, cosa era dovuto il suo impegno che in passato non aveva mai dimostrato durate gli studi sino alla licenza liceale, forse c’era una sorta di rabbia in lui, ancora ricordava il calore del corpo di Anne durante il famoso bacio in trattoria. Andrea cominciò a preoccuparsi per suo figlio, era dimagrito, non gli risultava che alcuna ‘amica’ lo frequentasse, prese una decisione d’impulso, riuscì a trovare il numero del telefonino di León, gli descrisse la situazione di Alberto ma ricevette una notizia terribile, Anne si era suicidata. Andrea fu preso dalla disperazione, quali effetti il suicidio della ragazza avrebbe avuto su suo figlio e come comunicarglielo? Passò una settimana, Alberto si accorse che suo padre era cambiato, non ottenne nessuna risposta alla domanda sulla sua salute poi capì: “Papà forse era destino, ho capito che Anne ci ha lasciato per sempre.” Dopo cinque anni Alberto si laureò in Architettura, aprì uno studio, nel suo lavoro di era fatto la fama di competente. Andrea stava invecchiando, il figlio se ne accorse :”Papà è una vita che lavori, penso che sia bene per noi due cambiare aria, ho pensato al sud della Francia, non mi chiedere il perché:” Andrea convocò gli ingegneri direttori dei lavori, ed il capo meccanico dell’officina, rilasciò loro una dichiarazione di ampio mandato con la riserva di comunicare la banca francese cui appoggiasi per inviare il denaro frutto degli incassi dei cantieri, dell’officina e del garage. Di comune accordo con Alberto scelse la città di Nizza, Cannes era troppo movimentata, la banca prescelta ‘Le Credit Lyonnays’. Il denaro non era un problema per la famiglia Proietti ma Alberto volle aprire anche a Nizza uno studio di Architettura, aveva imparato correttamente il francese ed in poco tempo si era fatto una clientela ad alto livello, l’Architettura era per lui congeniale. La lingua francese gli ricordava la ‘sua’ Anne, conobbe una ragazza che le somigliava e la sposò ma il suo ricordo di Anne era