Cominciò con un numero sbagliato...

 La meravigliosa storia d'amore tra Jacopo e Tania cominciò con un numero sbagliato, nel cuore della notte qualcuno aveva il composto il numero di casa del giovane. Era una fredda notte di dicembre, pioveva ininterrottamente da ormai due giorni, il vento era così forte che faceva sbattere le persiane verdi della camera di Jacopo e questo fastidioso rumore lo svegliava non appena riusciva ad addormentarsi. A tutto questo bisognava aggiungere il suo malumore a causa di un'importante riunione di lavoro alla quale avrebbe dovuto partecipare il giorno seguente… insomma sembrava quasi che tutti stessero cercando di ostacolarlo, persino il vento.
All'improvviso, l'ululato del vento cessò e Jacopo, rincuorato, riuscì ad addormentarsi. Poi quella telefonata. Gli squilli nel silenzio della notte sembravano essere ancora più alti e Jacopo prese in mano la cornetta con il cuore in tumulto. Chi poteva essere a quell'ora? Cosa era successo? E a chi?Pensava Jacopo sempre più preoccupato e così rispose con la voce che gli tremava per lo spavento:"Pronto?" Disse. Dall'altro capo del telefono, il silenzio."Pronto?" Riprese Jacopo sempre più preoccupato e, questa volta, una voce femminile parlò. Era una voce sottile ma Jacopo non riusciva a riconoscerla."Pronto – ripetè la donna – papà... sono io... sono Tania... finalmente ho trovato il coraggio di chiamarti, anche se nel cuore della notte... ti prego ascoltami... non riagganciare."Jacopo rimase sorpreso, quella ragazza aveva sicuramente sbagliato numero e così le rispose, cercando di essere il più educato possibile:"Ehm... signorina... mi scusi ma io credo che lei abbia sbagliato numero"."Ops... mi scusi – rispose la voce misteriosa – sicuramente l'ho spaventata". E chiuse la chiamata. Anche Jacopo abbassò  il ricevitore pensando a quanto la gente si divertisse a fare gli scherzi, ma non riusciva più a riprendere sonno. Si girava e rigirava nel letto ma niente e così decise di alzarsi e di prepararsi una tisana alla camomilla (la sua preferita) mentre ripensava a quella telefonata. No, non poteva essere uno scherzo. Quella ragazza le era sembrata davvero in ansia. Se si fosse trattato di uno scherzo, allora quella ragazza avrebbe meritato l'Oscar come migliore attrice protagonista!
Ben presto la notte lasciò il posto all'aurora e l'aurora al mattino. Jacopo si preparò per un'altra dura e intensa giornata di lavoro. Tuttavia nonostante fosse preso da pratiche dell'azienda e relazioni dei fornitori, una piccola parte della sua mente era costantemente rivolta a quella ragazza misteriosa tanto che, a volte, appariva distratto e ci voleva qualche risata o schioccare di dita di un collega per farlo tornare alla realtà del grigio ufficio collocato nel centro della città.
Terminata la giornata lavorativa corse a casa, con il desiderio di potersi riposare un po' e dimenticarsi di quella ragazza. Entrò in casa e afferrò un libro. Purtroppo la sua tranquillità non sarebbe durata a lungo! Qualcuno suonò alla porta. Jacopo chiuse il libro e andò ad aprire di malavoglia, pensando che fosse qualcuno che proponeva vendite di elettrodomestici. Aprì la porta, pronto per dire il solito "Grazie, ma al momento non mi interessa". Davanti a lui c'era una donna, probabilmente sua coetanea, di aspetto gradevole, occhini verdi e capelli biondi, che gli tese la mano dicendo:"Buongiorno, mi scusi se l'ho disturbata, sono Tania, per caso mio padre è in casa?"Jacopo nuovamente sorpreso le rispose:"No, signorina, guardi qui non abita suo padre Mi ha già telefonato stanotte e le ho detto che aveva sbagliato numero. Arrivederci".
Aveva quasi chiuso la porta, quando la donna la bloccò, continuando con tono arrogante:"Guardi, sono certa. Lei mi sta prendendo in giro, forse è stato proprio lui ad avvisarla, di non farmi entrare ora e di non passarmelo al telefono l'altra notte. Le avrà parlato sicuramente di me. Questa è casa di mio padre e come avrà sicuramente capito io lo sto cercando."Jacopo, ora arrabbiato, rispose:"Signorina, glielo ho già detto, qui non abita suo padre, vivo solo io. Vuole venire a controllare?""No, non mi permetterei mai, mi fido, ma la prego, se lei sa qualcosa mi aiuti, io sto... lo sto cercando da una vita quasi"."Si ho capito – continuò Jacopo, questa volta un po' più calmo – ma evidentemente ha l'indirizzo sbagliato.""Ho trovato questo indirizzo – continuò Tania – dopo anni di ricerche. Lo cerco da quando avevo tredici anni, praticamente da quando ho scoperto la sua esistenza.""Capisco – rispose Jacopo– se vuole posso darle una mano". Non sapeva, cosa lo avesse spinto a pronunciare quella frase, forse era rimasto colpito dal comportamento di Tania. Cosa avrebbe potuto fare per lei?"La ringrazio" gli rispose."Venga, si accomodi le offro una tazza di the ‐ e insieme si sedettero nel soggiorno con le tazze fumanti tra le mani ‐ allora mi stava dicendo che lei cerca suo padre da tantissimo tempo".
"Già è così – proseguì lei – io vivo con mia madre e i miei nonni. Da piccola, quando chiedevo loro di mio padre, mi dicevano che fosse morto. Poi, ho capito che non poteva essere così e ho deciso di trovarlo. In una delle tante ricerche, ho ritrovato questo indirizzo. Desidero tanto conoscerlo, potergli parlare… ma allo stesso tempo, la cosa mi fa paura. Tuttavia penso che l'indirizzo che ho trovato non è esatto. Mi scusi ancora per l'altra notte e per averle rubato il suo tempo libero". E fece per alzarsi."No aspetti – Jacopo la afferrò per un braccio – mi è venuta un'idea. Se lei ha questo indirizzo, un motivo ci sarà."All'improvviso si ricordò di una persona, un suo amico e se fosse lui il padre di Tania?"Senta Tania – continuò – io ho comprato questa casa sei anni fa. Ogni tanto sento ancora il precedente proprietario, forse potrebbe essere lui suo padre. A proposito conosce il suo nome?" Le chiese."Si – rispose Tania – Giorgio, ma non conosco il cognome purtroppo.""Non importa – continuò Jacopo per tranquillizzarla – il nome coincide. Se vuole posso chiamarlo e gli dico di incontrarci al solito bar in piazza. Lei viene con me e così si toglie questo dubbio che la sta tormentando."
"D'accordo – rispose Tania, ancora un po' incerta – ma perché vuole aiutarmi? In fondo nemmeno mi conosce!""Diciamo che, mi ha colpito la sua storia e spero, con tutto il cuore, che lei possa ritrovare suo padre molto presto.""Lo spero anche io."Jacopo cercò nella sua rubrica telefonica il numero di Giorgio."Ecco l'ho trovato, ora lo chiamo." E compose il numero."Pronto? Giorgio, sono Jacopo, tutto bene? Senti, che ne dici di vederci domani pomeriggio alle cinque al solito bar?""Grazie." Gli disse Tania e se ne andò.
Il pomeriggio seguente, Jacopo e Tania, andarono al bar dove Giorgio li stava aspettando. Era un uomo anziano, con i capelli bianchi e indossava un vecchio cappotto nero."Ciao Giorgio." Esclamò Jacopo non appena lo vide."Ciao Jacopo." Rispose l'uomo."Giorgio, lei è Tania una mia amica." E i due si strinsero la mano .Dopo aver bevuto un caffè e dopo aver parlato del più e del meno, Tania prese la parola: "Mi scusi, è lei questo uomo?" E gli mostrò una foto che aveva trovato nel comodino di sua madre e che raffigurava i suoi genitori insieme, felici durante una vacanza a Parigi."Si quello sono io, lei chi è signorina? Io non la conosco! E dove ha trovato quella foto?" Le chiese Giorgio perplesso e spaventato."Ho trovato la foto nel comodino di mia madre ‐ e fece una breve pausa – quindi avrà certamente capito che io sono sua figlia. Lei ha sempre voluto ignorare la mia esistenza o forse non sapeva nulla di me.""È così – confermò lui – io era ignaro di te, tua madre non me ne aveva mai parlato. Come hai fatto a trovarmi?" "Ho incontrato la persona giusta, al momento giusto, papà..." "Oddio, ti prego, ripeti quel sostantivo all'infinito..." Gli occhi di lei si riempirono di lacrime: "Andiamo papà abbiamo tante, troppe cose da raccontarci..." E se ne andarono. Jacopo li seguì con lo sguardo fino a quando scomparvero tra la gente, fiero e felice di aver aiutato la sua nuova amica .Già amica. Quella ragazza era per lui solo una “semplice” amica? Jacopo non era il tipo che credeva nel colpo di fulmine, lo riteneva una scemenza, qualcosa che utilizzano gli scrittori nei loro libri o i registi nei loro films, ma nella realtà, non poteva esistere qualcosa del genere. La vita vera è un'altra. E allora perchè Tania gli provocava un tuffo al cuore? Perchè ora che aveva ritrovato suo padre lui era felice e commosso? Perchè si preoccupava della sua felicità?
Solo la notte seguente nel buio della stanza e fra il caldo delle coperte, Jacopo realizzò che lui di quella ragazza si era innamorato. Doveva agire. Non voleva perderla. Doveva dirle tutto quello che sentiva e così prese una saggia decisione.
Una mattina di qualche settimana dopo non si recò a lavoro, ma uscì di casa presto. Il sole già illuminava le strade. Un timido sole di febbraio che accarezza i cappotti della gente. Era diretto a casa di Tania. Sapeva dove abitasse, perchè era stata la stessa Tania a rivelarglielo e lui doveva necessariamente incontrarla. Sapeva bene che le possibilità di riuscita erano pochissime, ma, lui voleva tentarci. Meglio una sconfitta che un rimpianto, dopotutto. Parcheggiò la macchina e citofonò. “Chi è?” risposte la donna. “Jacopo!” “Sali!” Jacopo salì le scale col cuore in gola. Cercava di formulare nella sua mente un discorso più o meno organico, ma sapeva bene che davanti a lei non sarebbe riuscito a proferir parola. Ed eccola lì Tania che lo aspettava sulla soglia della porta. “Ciao che sorpresa!” “Ciao... mi trovavo in zona e ho pensato di farti un saluto.” Mentì Jacopo. “Hai fatto benissimo. Accomodati!” I due si sedettero sul divano e fu lui a parlare. “Come va con tuo padre?” “Bene anche se è difficile recuperare tutto il tempo perduto. Più che al passato punto al presente e al futuro con lui. A proposito ancora grazie, se non ci fossi stato tu, non ce l'avrei mai fatta.” E gli diede un bacio sulla guancia. Il contatto di quelle labbra provocò in lui un brivido che la ragazza notò: “Jacopo tutto bene?” “Sì Tania, anzi no...” La ragazza lo guardò perplessa. Lui inspirò profondamente e continuò: “Tania non so da dove iniziare e non so come tu reagirai.  Tu non mi conosci benissimo, io non so che tipo di vita tu trascorra o cosa ami ma io... io... da quando ci siamo conosciuti... non faccio altro che pensare a te... io non credevo che il colpo di fulmine esistesse, ma, ora devo ricredermi... sei entrata nella mia vita e non so come farti uscire... Tania io mi sono innamorato di te...” La ragazza aveva ascoltato attentamente ogni parola che lui aveva pronunciato. Certo rimase sconvolta, Jacopo lo sapeva, ma la sua reazione fu meravigliosa. Alcune lacrime iniziarono  a segnarle le guance mentre le sue labbra si inarcavano a formare uno splendido sorriso. Sembrava un angelo. Gli prese entrambe le mani tra le sue e continuò: “Jacopo hai fatto benissimo a venire qui  e a parlarmene... Tu sai bene che io sto vivendo una situazione affettiva particolare... dopotutto il rapporto che sto costruendo giorno dopo giorno con mio padre non ha nulla a che vedere con quello che voglio costruire con te... Ciò che amo lo scoprirai pian piano, impareremo a conoscerci, ci leggeremo come se fossimo dei libri appena usciti in libreria...” Attirò il viso del giovane al suo, lo guardò negli occhi, gli sorrise e lo baciò in maniera appassionata. Quando si staccarono lui riprese la parola: “Mi stai dicendo che....” Lei lo interruppe. Gli mise una mano sulle labbra e: “Ti sto dicendo che i sentimenti sono reciproci.” E un altro bacio sancì la nascita di quell'amore “diverso” segnato dalla mano del destino. Avevano cominciato a scrivere insieme un libro stupendo... un libro speciale... un libro che non si trova in tutte le biblioteche... un libro che, forse, non sarà mai un best seller... un libro che non tutti potranno leggere e comprendere fino in fondo, ma solo chi vive un'esperienza simile a quella di Jacopo e Tania troverà la giusta chiave di lettura.