L'inganno del diavolo

L'inganno del diavolo ovvero Le Streghe di Eastwick

Il Signore ci manda sempre degli avvertimenti. Questo è l'ultimo della serie.
Nel senso è ultimo che ho riconosciuto come avvertimento.

Le streghe di Eastwick.
Prima metà del novembre 1987.
Con uil gruppo del sabato sera ci ritroviamo a Salerno.
Mi offrono due alternative al cinema:

  1. I miei primi quarant'anni;
  2. Le Streghe di Eastwick.

Non c'è storia. Pur non entusiasta, spingo tutti verso Le streghe di Eastwick.
Daryl Van Horne, quell'uomo anche brutto, volgarotto, maleducato, dapprima disprezzato ( “… e per di più puzza!”, gli dice una delle tre donne quando, come lui ha chiesto, gli spiega perché non gli piace) e che poi invece si impone nella vita delle tre protagoniste.

Fino a quando le tre donne capiscono chi è quell'uomo così affascinante che ti legge dentro e che sembra saperti valorizzare.
Lo capiscono e decidono di prendere contromisure solo dopo che c'è una vittima.
Una vittima che era l'unica a non fidarsi ed a mettere esplicitamente in guardia contro quell'uomo. Una donna che diceva al marito: "Non te ne importa niente? Quelle donne daranno alla luce i suoi figli che saranno liberi di andare per il mondo!"
Lo capiscono dopo la morte, cruenta, di questa donna, l'unica persona che non si era fatta abbindolare.

Se ne liberano, però prova a tornare e da uno schermo chiama i suoi bambini, ancora nel girello, che stanno per lasciarsi affascinare. Arrivano le tre streghe e spengono lo schermo.
Loro ci sono riuscite a sottrarre i figli dalla sua influenza.
Loro.

Quando uscimmo dal cinema il più anziano del gruppo andò in cerca di una cabina telefonica. Al ritorno ci confermò che era stato eletto presidente del consorzio ecc. e gli amici lo reclamavano per andare a festeggiare.
"Vuoi venire anche tu?", mi chiese.
Era un'investitura. Un'investitura che non intendevo accettare e risposi: <<No, grazie. E' la tua serata, sarei di troppo.>>
Era il terzo mio concittadino nel giro di nemmeno un mese che manifestava interesse nei miei confronti e mi ritrovai a pensare: "Ma si sono accorti tutti adesso che esisto?! Il prossimo che si presenta non so dove lo faccio arrivare!"
Ed il prossimo che si presentò (una, due settimane dopo?) era uno che veniva da fuori. Come Daryl.
Brutto, come Daryl.
Inelegante e inopportuno, come Daryl.

E puzzava. Come Daryl.

Ora puzzo io.
Ha ottenuto il suo scopo.

26 maggio 2020