Vecchia razza

Quel passaggio di una nuvola, molto più in basso di altre addensate, era mutevole di contorno. Nella cabina di comando l’ufficiale Derivato non ebbe alcun dubbio: quella era una nuvola artificiale. La inquadrò nello schermo del computer di bordo e si accorse che dentro la nuvola c’era una sagoma scura. Sezionò la regione interessata ed eseguì lo zoom: emerse una figura che gli fu subito nota avendola riscontrata in parecchi vecchi video e sugli x‐book. Era un Mnemonico transiente, riconoscibile dalla tastiera alfanumerica sul petto e dalle quattro antenne che gli svettavano dalla testa. Si librava immobile nel cielo, roteando una pinna a forma di ventaglio sul dorso. La testa pendeva dal collo e formava un angolo retto con il resto del corpo. Un corpo di un bipede.
L’ufficiale Derivato ebbe un brivido. Nella struttura robotica del Mnemonico si celava la capsula nera contenente i ricordi della vecchia razza umana, ormai da millenni in cerca di intelligenze con cui allearsi per poter rinascere a nuova vita. Se voleva conoscerne i malefici segreti dei suoi progenitori, doveva catturarlo. E prima che il bipede, messo sulla difensiva riconoscendo in lui un Erti, razza derivata da quella umana, si autodistruggesse per non fornire informazioni che per l’uomo avrebbero potuto essere dannose.
L’ufficiale Derivato non ci pensò due volte. Diede le coordinate al computer e all’istante un vascello a forma di rombo si materializzò creando uno squarcio nel gruppo di nuvole addensate.
Il Mnemonico dovette captare il pericolo, allorché intensificò la rotazione della pinna, ma dal vascello partì un rombo di luce che lo immobilizzò in aria.
L’ufficiale Derivato andò a raggiungerlo a bordo del due ruote spaziale. Quando gli fu prossimo, pigiò un bottone sulla plancia strumentazione del veicolo e dal rivestimento anteriore uscì un braccio robotico con l’estremità a forma di mano. Le dita danzarono sulla tastiera nel petto del Mnemonico, mentre sulla pancia si visualizzò uno schermo. Nel linguaggio universale, una voce metallica, accompagnata da scene di distruzione di massa tra terrestri, scandiva: “Secondo i Cibernetici, invasori della Terra nell’anno 5084, la razza umana ha costituito per secoli una minaccia per l’intero universo. Per arginare il pericolo, hanno somministrato all’uomo la castrazione chimica.”
All'improvviso, l’ufficiale Derivato si rese conto di aver incrociato le braccia, a X davanti alle pelvi, a protezione dei suoi genitali. Era probabilmente un istinto primordiale, un ricordo ancestrale della sua razza.