I politici preparano le loro pietanze con gli ingredienti sociali che la cultura mette a disposizione. Se le rape, i cavoli, le ricotte e le mozzarelle si sprecano, c'è da augurarsi che nei piatti della politica ci finisca almeno una mosca suicida per poterli rifiutare.
E' sepolto in una caverna per la vergogna, o starà ridendo per gli imbecilli che non lo ascoltarono, chi disse che "l'economia va tanto meglio quanto meno i politici ci mettono le mani"? Forse le mani avrebbero dovuto disinfettarsele? Speriamo non sia tardi o peggio, continuare a fertilizzare di esenzioni e finanziamenti l'ex terreno economico italiano, ormai più improduttivo di ricchezza onesta delle sabbie del deserto del Sahara.