Il dolore è un esattore che a fronte del pagamento del dazio ci offre la possibilità di levare gli occhi verso il cielo e vedere la bellezza che altrimenti non potremmo scorgere, di udire la melodia che risuona nelle alte sfere. Il canto del dolore, che incessantemente si rinnova, fonde le sue note con quelle sublimi delle creature angeliche e si leva in alto fino a giungere al Signore nelle vesti di un’offerta preziosa. (Da "Ecce me Domine")
Chi dirige i nostri passi? Quale forza ci spinge verso una meta di cui non conosciamo nulla, salvo che è identica ma a un tempo diversa per ogni essere umano? Perché è vero che tutti nasciamo e parimenti cessiamo di vivere, ma la parentesi che si apre fra questi due estremi ha una consistenza che varia da uomo a uomo e rende l’uno felice e l’altro triste, l’uno martello e l’altro incudine nella fucina della vita. (da "Ecce me Domine")