Il dono, anche il più bello, viene svilito nel preciso istante in cui il donatore perde la sua spontaneità; nel momento in cui, cioè, egli opera un'avulsione dalla sua sorgente di semplicità e di naturalezza inorgogliendosi di ciò che ha offerto come di cosa da lui stesso prodotta. E' allora che la bellezza e l'importanza del dono vengono profanate dall'azione nullificante della vanità!
Percorrere il cammino della vita senza sperimentare la solitudine è come non intravedere mai il nostro riflesso nell’anima. Ignorare la nostra essenza equivale a non voler conoscere in realtà nessuno, specialmente la persona con cui avremmo potuto condividere ogni frammento del nostro essere.