Infiniti sono i modi di cantare la grandezza della natura e dell'uomo, e le note fluiscono e si combinano mai uguali. Nel canto della miseria e del fango, invece, si ha sempre quel suono: il fiaccante, monotono vibrare d'una sola corda.
Ci sono persone che prescindono dagli altri. Per queste persone è più importante l'idea che si sono fatte dell'altro che l'altro stesso, con la propria storia e il proprio vissuto. Vale cioè più un proprio pensiero qualsiasi, magari a capocchia, che l'esperienza intensa di un altro.