L'esperienza della sofferenza non gode mai della consolazione dell'oblìo. Essa è sempre lì, presente, a ricordarti ciò che hai subìto e visto subìre, e non ti abbandona più. E tu non sarai mai più la stessa persona, forse migliore o forse peggiore, ma mai più quella di prima.
Io so quante persone ho nella testa, e perché, ma non ho idea di quante siano le persone che hanno in testa me, e perché. A pensarci bene, questo è inquietante.