L'invalicabile limite di ciò che è destinato a finire e la discrasia tra il veloce superamento del dolore e l'ardimentoso desiderio del perpetuarsi di ciò che è buono. Questa è la ratio, della fine di un ciclo.
Non ho vissuto tutti questi anni con me stessa, senza conoscermi. Quel che si prospetta non accadrà, nè ora nè mai. E sul "mai" ho profonde convinzioni.