Non credo alla fortuna critica degli autori in vita, anzi di alcuni autori.
Fra gli "alcuni autori" ci sono immodestamente pure io.
Di certo, vivrò lo stesso al pari del giorno precedente, ma niente mi convincerà del contrario, ossia che i contemporanei siano come ciechi o refrattari ad accogliere chi scrive anche per loro.
Sono orbi da un occhio e con l'altro riescono, a malapena, ad intravedere i cliché della fama.
Gli insegnanti? Sì, sono bella gente, ma toccate loro le ore di docenza, la loro investitura divina, le sacre vesti da missionario, la loro presunta o vera credibilità e pioveranno lapilli di fuoco dal cielo.