Quel corpo, quelle mani, quegl'occhi, quel respiro che è ritmo dell'universo. Una bellezza come la sua brucia il cuore, offusca la mente, perdona ogni sbaglio.
E' troppo bello perdersi nelle parole, scrutarle, viverle, assaporarle, farle proprie. Loro sono lì ferme, sembrano immutabili, statiche, paralizzate da quel loro grado di rappresentatività, che può si essere a più strati, ma che in fondo vede la sua espressività come oggetto unico e costante.