Scrivere è pretendere di vivere oltre la contingenza. Oltre la fattualità. Oltre l'empirismo dei sensi. Scrivere è un bisogno di verità che non si accontenta della mera realtà.
La felicità è dono e furto. Dono nel presente. Furto in quella rappresentazione mentale in cui avverti anticipatamente il sentore della mancanza di quella bellezza - ahimè peritura - che oggi ti illumina lo sguardo e il cuore.