Giovanni Raboni
  • Milano, 22/01/1932
  • Fontanellato, 16/09/2004
  • in archivio dal 7/25/2011

Biografia

Sono stato un poeta, scrittore e giornalista italiano appartenente alla "generazione degli anni trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana.

Segni particolari

Ho vinto diversi premi, come il Premio Viareggio, il premio Moravia e il premio Librex Montale.
Due anni prima di morire ho fatto parte della giuria dei premi Mondello e Bagutta.

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Scritti da Giovanni Raboni

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Il messaggio del Romanticismo si è, nella coscienza collettiva, talmente affievolito o degradato da sopravvivere soltanto, ormai, come un equivoco lessicale? Oppure, al contrario, la dilagante fortuna di quest'uso confusamente metaforico(…)

Una stroncatura, pur che abbia un minimo di fondamento, serve alla buona salute della letteratura cento volte di più, non solo del silenzio, ma anche di un elogio infondato.

Mi è capitato spesso di pensare che dai futuri studiosi di letteratura il nostro tempo verrà ricordato, con grave e (speriamo) compassionevole stupore, come quello in cui si è potuto credere che Jorge Luis Borges fosse un grande scrittore.

Il fatto è che a me piacciono le riunioni dove ognuno esprime la propria opinione e la porta fino in fondo, non quelle che si risolvono in una selezione fatta per gruppi o fazioni.

A monte, c'è una qualche ferita, perché io credo che se uno fosse perfettamente felice e in pace con se stesso non gli verrebbe in mente di scrivere poesie.

È un'esigenza che nasce, io credo, da un desiderio di emulazione. Si leggono poeti che si ammirano da ragazzi, da adolescenti, e si vuole essere come loro

Alba

Ormai fa giorno. Non basta
sedere gravemente sulla sedia di paglia
vestito di canna e di(…)