Massimo Troisi
  • San Giorgio a Cremano, 19/02/1953
  • Ostia, 04/06/1994
  • in archivio dal 4/9/2007

Biografia

Sono stato uno dei più apprezzati artisti italiani della fine del Novecento. Attore, regista e sceneggiatore teatrale, cinematografico e televisivo, ho saputo esplorare le consolidate tradizioni napoletane, seguendo le orme linguistiche e gestuali di Eduardo De Filippo e Totò, aggiungendo del mio.

Segni particolari

Il mio esordio fu tra i più folgoranti del cinema italiano di sempre, "Ricomincio da tre" ottiene 2 Nastri d'Argento per il miglior regista esordiente e il miglior soggetto, nonché 2 David di Donatello per il miglior film e il miglior attore.

Mi trovi anche su

Scritti da Massimo Troisi

10 su 15

Quando penso a Pasolini, a come agiva rispetto alla società, alle cose, mi stimo molto poco.

L'amore è tutto quello che sta prima e quello e che sta dopo. Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante.

C'è chi sostiene che per raccontare belle storie basta guardarsi attorno. Io non ci credo, perché se così fosse i vigili urbani sarebbero tutti Ingmar Bergman.

Il titolo del film è molto importante perché molte volte è quello che fa andare al cinema la gente. Se non si riesce a trovarlo tocca poi fare un bel film, che è molto più lungo e faticoso.

Le cose, o si fanno il giorno dopo o non si fanno affatto.

Ma tra un giorno da leone e cento da pecora, non se ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?

Da ragazzo i miei continui e disinteressati slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande quella di fesso.

Bisogna amare per schifo e non per amore: perché quando finisce l'amore... è una disperazione, invece quando finisce lo schifo, è una consolazione!

La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni.

Non sono contrario al matrimonio, ma trovo che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.