Vasilij Vasil'evic Kandinskij
  • Mosca, 16/12/1866
  • Neuilly-sur-Seine, 13/12/1944

Biografia

Sono stato il creatore dell'arte astratta. Per me ogni colore aveva un suono, una vibrazione.

Segni particolari

Nelle mie opere c'è un nesso strettissimo tra arte e dimensione spirituale.

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Scritti da Vasilij Vasil'evic Kandinskij

10 su 10

A volte mi sembrava che il pennello, che con volontà inflessibile strappava frammenti a quest'organismo cromatico vivo, provocasse l'emissione di un suono musicale.

L'artista deve esercitare non solo i suoi occhi, ma anche la sua anima.

Per me la disintegrazione dell'atomo fu la disintegrazione del mondo intero: tutto a un tratto caddero le mura più formidabili. Tutto si rivelò instabile, incerto, insicuro. Non sarei restato sorpreso se una pietra si fosse disciolta in aria(…)

Più il mondo diventa spaventoso... più l'arte diventa astratta.

Sin dal primo momento, la parola 'composizione' aveva per me il suono di una preghiera.

E come un nulla senza possibilità, come un nulla morto dopo l'estinguersi del sole, come un silenzio eterno senz'avvenire e senza speranza, risuona interiormente il nero.

E come un nulla senza possibilità, come un nulla morto dopo l'estinguersi del sole, come un silenzio eterno senz'avvenire e senza speranza, risuona interiormente il nero.

Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima è il pianoforte dalle molte corde.

L'occhio aperto e l'orecchio vigile trasformano le più piccole scosse in grandi esperienze.

L'arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro.