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in archivio dal 14 mag 2018
16 giugno 1938, Lockport - Stati Uniti
segni particolari:
Sono una scrittrice molto prolifica con oltre 100 libri all'attivo. E mi piace variare: romanzi, racconti, sceneggiature, poesia, saggi...
mi descrivo così:
Mi descrivo attraverso i miei lavori e i temi ricorrenti che tratto: le dinamiche della violenza, i legami non sempre sani delle famiglie borghesi del XX secolo e la condizione della donna nella società contemporanea.
14 maggio 2018 alle ore 20:24
Una brava ragazza
di Joyce Carol Oates
editore: Bompiani
pagine: 217
prezzo: 9.35 €
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"Nessun bacio viene dimenticato: perdura nella memoria come nella carne".
Di nuovo in compagnia di Joyce Carol Oates, questo volta alle prese potremmo dire con un racconto lungo, che ti tiene incollato alle pagine per sapere quale è il destino di Katya Spivar e Marcus Kidder.
Ma chi sono questi due personaggi?
Katya è una ragazza sedicenne, e fa la bambinaia per la famiglia Engelhardt; Marcus è un anziano sessantottenne, un uomo di cultura e prestigio a Bayhead Harbour, nel NewJersey.
Che cosa hanno da dividere queste due anime nate in tempi completamente diversi?
Katya proviene da una famiglia corrotta, povera, con un padre assente e una madre invischiata e intrappolata nel gioco d’azzardo, Kidder è un’artista, dall’animo poliedrico: scrittore, musicista, pittore.
Una relazione tra i due è possibile, e se è possibile può essere definita lecita? C’è chi nella critica letteraria ci ha visto un moderno Lolita, a mio avviso paragone non possibile, perché per quanto possa essere brava JCO, non credo che Una brava ragazza abbia la stessa potenza evocativa e dirompente che ha avuto Lolita di Nabokov.
In un gioco di specchi, di costruzioni d’identità, l’Oates come suo solito fare sposta le fila della storia con maestria spingendo il lettore alla riflessione: chi è veramente Marcus Kidder, un osceno pervertito? O un uomo sincero e bisognoso semplicemente di attenzione e affetto? E la baby-sitter Katya Spivar è solo una bambinaia lì per un lavoro estivo o l’ennesima sfruttatrice che cerca nell’altro il salto di qualità?
Da leggere senza avere pregiudizi, affidandosi ad una narrazione magistrale, come ormai ci ha abituato la scrittrice statunitense.
recensione di Gino Centofante