Hanno tutti ragione

Libro "Hanno tutti ragione" di Paolo Sorrentino

In questo libro c'è tutto. C'è tutto quello che non ti aspetti da un regista che si mette a scrivere. Il personaggio che imbratta elegantemente queste 317 pagine è uno di quelli che entra a piedi uniti nella storia dei più amati personaggi del millennio. Un uomo da telegatto, oscar e festival di Ariccia.
Sorrentino ha creato un mostro, un uomo che si è fatto uomo durante una notte d'inverno nella stanza fredda di una vecchia contessa. Tony Pagoda è un personaggio che ti viene subito voglia di amarlo, di uscirci insieme ogni sera. Insieme a Peppino Di Capri, ai suoi amici d'infanzia, al resto del suo complesso, al suo manager eroinomane, alle sue tante prostitute, al suo camorrista-fan.
Scolata l'ultima pagina di questo libro, la prima cosa che ti viene in mente, è di telefonare a Paolo Sorrentino e supplicarlo in tutti modi di scrivere una sceneggiatura di questa storia, perché Tony, Tony Pagoda, vuoi vederlo anche sullo schermo; vuoi godere ancora una volta, impregnandoti della sua storia e del suo modo di confrontarsi col mondo.
Qui c'è tutto. Il tutto spiattellato in mezzo alla strada, rimesso al mondo come un vomito dopo una brutta sbronza. C'è l'amore di una vita, c'è l'insegnamento della strada, c'è tristezza, ci sono lampi di genio impregnati di un'ironia di alti livelli, c'è la voglia di gustarsi la vecchiaia semplicemente riposandosi in lunghi pomeriggi caldi e lenti.
E' così Sorrentino, come una marmellata ai fichi. Ti fa pisciare sotto dalle risate quando dice che "... la rissa è oggettivamente sempre una cosa meravigliosa, è meglio di una scopata con la Carrà all'apice della sua comunicativa sessuale, quando si proponeva da Trieste in giù". Ti fa riflettere e tanto, in tutta la storia, in tutte le avventure di questo cantante neomelodico cocainomane che scappa al caldo perenne, dopo una vita senza soste. E alla fine riprendi le prime pagine e ti rileggi la citazione di Henry Miller che apre il libro: "Una volta mollata l'anima, tutto segue con assoluta certezza, anche nel pieno del caos". Ma soprattutto ti interroghi sulla dedica di Sorrentino: "A mia madre, che la pensava così".

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  • Casa Editrice
    Feltrinelli
  • Dettagli
    319 pagine