Il ballerino di Via delle Vergini

Libro "Il ballerino di Via delle Vergini" di Raffaele Abbate

"Il ballerino di via delle vergini" è un romanzo ambientato a Roma nella primavera del 1944. Racconta le indagini per scoprire il colpevole dell’omicidio di un ballerino omosessuale. Perché raccontare una storia del passato? Si può rispondere a questa domanda con una citazione di Tonino Guerra: "La memoria è indispensabile e quando mi chiedono che cos’è la storia, che cos’è la memoria, io racconto sempre che mio nonno quando camminava si guardava continuamente indietro. Una volta gli chiesi: “Nonno perché vi voltate sempre indietro?”. Lui mi rispose: “Bisogna, perché è da lì che viene il modo per andare avanti”. Quindi è giusto che un popolo, che una persona, che un paese tenga conto di quello che hanno dato quelli venuti prima di loro”. È un punto di partenza. Come nasce questo romanzo? Durante la stesura di "Sistema Binario" l'autore ha fatto ricerche documentali del periodo di "Roma città aperta" a supporto dei personaggi di Zio Ciccio e zia Angelina che a quel tempo abitavano a Roma. Nella stesura definitiva del romanzo i due personaggi sono stati esclusi, ma non ha voluto sprecare le ricerche e ha messo in cantiere questo romanzo. I due personaggi sono stati inclusi nel libro e appaiono sin dal capitolo iniziale, Ciccio ed Angelina. Come nasce il personaggio del ballerino? Anche il personaggio del ballerino Helmut Freist nasce dalle ricerche di quel periodo storico ed è ispirato al ballerino-attore austriaco Harry Feist. Egli è arrivato in Italia all'inizio del 1940 come componente del corpo di ballo della Compagnia di Riviste Viennesi. Dopo lo scioglimento della stessa per cause belliche viene scritturato da Michele Galdieri per alcuni spettacoli di rivista come "Ma le rondini non sanno" (con Nino Taranto, Dolores Palumbo) del 1942, poi con Garinei e Giovannini nello spettacolo "Si stava meglio domani" con Wanda Osiris, del 1945. Nel 1942 inizia a lavorare in varie produzioni cinematografiche italiane, di cui rimarrà storica quella in cui interpreta il maggiore nazista Fritz Bergmann in "Roma città aperta" di Roberto Rossellini. Nella ricerca sono emerse foto per nulla congrue all'ufficiale nazista, che hanno ispirato il personaggio del ballerino. L'intreccio del romanzo nel contesto storico ambientale di Roma città aperta e la notizia dell'omicidio di un ballerino omosessuale di una compagnia di avanspettacolo non avrebbe avuta alcuna rilevanza, persa in un trafiletto di cronaca nera. Tanti morti in quei giorni da ambo le parti, c'era una guerra in corso, che sarebbe finita con l'arrivo degli alleati. Abbate ha voluto raccontare questa indagine dalla parte di uno stanco poliziotto: mentre intorno il mondo che conosceva sta crollando, lui resta legato all'unico valore che ancora riconosce, il mestiere di poliziotto. È una storia senza illusioni Tanti personaggi, forse troppi? Ognuno ha una sua ragione di essere. Solo leggendo se ne comprenderà la ragione. Tanti personaggi fascisti, tutti molto negativi, perché? Perché "Il problema non è il male ma la mediocrità" ed i fascisti sono mediocri. Per ricostruire il contesto ambientale l'autore ha trovato ispirazione nelle foto del sito "Roma Sparita" e la tecnica narrativa usata per la stesura è quella denominata "show, don't tell" (mostra, non raccontare).

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  • Casa Editrice
    Melagrana
  • Dettagli
    202 pagine
  • ISBN
    9788863352320