Itinerario della mente verso Thomas Bernhard

Libro "Itinerario della mente verso Thomas Bernhard" di Martino  Ciano

“Questo è il racconto di una mente confusa, quindi vera, eterna, libera di falsificare, di contraddirsi, di amarsi, di uccidersi, di non ricordare, di omettere, di colpevolizzarsi, di essere, di non essere. Tu, lettore, sei autore e spettatore quanto me”. Già in queste poche righe già possiamo cogliere il senso primordiale di questo soliloquio.

L’itinerario di cui parla Martino Ciano nel suo “Itinerario della mente verso Thomas Bernhard” è un percorso mentale in cui il protagonista si addentra, dando vita ad una narrazione senza soluzione di continuità.
Il suo sarà un viaggio delirante negli abissi dell’animo umano, una specie di memorie dal sottosuolo aggiornate ai giorni nostri.
Siamo dalle parti Thomas Bernhard, come già il titolo ci suggerisce. Se col precedente Zeig ci trovavamo immersi in una dimensione distopica, qui si calcano territori mentali ed ultraterreni, l’io narrante sembra essere uscito dalla penna stessa di Thomas Bernhard, e l’itinerario che fa il nostro è un lungo ragionamento sulla vita e la morte, e lo fa partendo dall’elaborazione di un lutto. Quello a cui assistiamo è una società in frantumi (tutto viene descritto senza un’ identità), il luogo intimo in cui si svolge l’azione è una stanza con un camino, nella quale sembrano esserci tre persone decedute. Sono il padre, la sorella e la madre del protagonista, ma saremo noi lettori a scoprire quello che sta accadendo, proprio attraverso un percorso interiore della mente.
Tanti sono gli interrogativi e i dubbi che sorgono lungo il lento percorso visionario. I familiari sopra descritti sono realmente morti? E se lo sono davvero il decesso è sopraggiunto per cause naturali, oppure per mano dello stesso protagonista? Ma se quest’uomo che riflette sul letto di morte dei suoi è affetto da pazzia, quindi tutto nasce da un delirio mentale che ha provocato delle allucinazioni?
Il flusso di coscienza che abbiamo di fronte è come un lamento disturbato e disturbante sui grandi interrogativi della vita. “Tutto è ripetizione e falsificazione, ma ogni essere umano crede nella sua unicità e originalità”. In questa ripetizione ed ossessione si può accostare lo stile di Ciano allo scrittore austriaco (in tal senso si può parlare di un vero e proprio omaggio), una scrittura asciutta che ferisce come un’ascia.
Il mondo descritto dall’autore per bocca del narratore è un cosmo senza misericordia, un universo decadente nel quale non esiste luce, e nemmeno una parola di conforto per i propri genitori, destinati a morire senza amore. Perché è la stessa di concezione di amore a rendere il mondo infetto e immorale. “L’amore non è altro che un tentativo di plagiare un altro essere umano, e di farlo sentire succube di un buon sentimento che la natura non contempla”.
Verso la fine del monologo sembra materializzarsi Bernhard/scrittore, che avrà il ruolo di mettere per iscritto i pensieri del condannato, per dare finalmente un significato alla sua vita.
Il quadro che emerge leggendo il nuovo libro di Martino è un pessimismo cosmico di leopardiana memoria, specchio dei tempi bui che stiamo vivendo.

Scrivi la tua recensione

  • Casa Editrice
    A & B
  • Dettagli
    72 pagine
  • ISBN
    9788877285225