Inserisci la tua e-mail per ricevere gli aggiornamenti
Visita la scheda completa e tutti gli altri testi di Marco Saya
L'arte per disturbare deve esistere.
La festa dei morti si commemora con la desolazione dei vivi.
Armatevi e restiamo!
Noi siamo oltre il declino, siamo nelle barbarie delle parole.
Nell'antica Roma 2 imperatori su 3 morivano assassinati, bei tempi.
Meglio uno spazzino di un opinionista che finge di sapere.
L'uso effettistico della parola spesso nasconde il concetto del vuoto.
Tutti vendono qualcosa, l'importante è non finire nella stagione dei saldi.
Tutti gli scrittori pensano di essere immortali ma dall'aldilà non ci arrivano le loro pubblicazioni.
E' sempre più difficile scrivere perché l'alfabeto del mondo è sempre più povero
Oggi tutti parlano di resistenza, nuova resistenza, r-esistere senza mai specificarne la sostanza, una bella parola che sprofonda nella paura di uno scontro reale.
La rete è vissuta dai più come un passaggio televisivo con la differenza che nessuno è il protagonista della soap opera.
Il senso del dovere non sussiste più quando viene a mancare il "dovere" del rispetto.
La tecnologia avanza là dove la mente arretra.
Lavoro: forma d'arte che stimola la creatività ed il benessere altrui.
Filosofia: perdere il tempo con il proprio non sapere
Religioni: coacervo di divinità che si preoccupano dell'Oltre, peccato che noi viviamo nel presente.
Competizione: una gara tra mercanti di schiavi.
Malessere: ognuno sceglie di stare peggio come meglio crede.