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Se avessi le forme di un bel corpo virile,
sottili i miei sospiri potrebbero echeggiare,
come in tornito avorio, al tuo orecchio,
trovando via al tuo cuore gentile ‐ passione
bene mi armerebbe all'impresa. Ma, ahimé!
non sono il cavaliere che uccide l'avversario,
corazza non risplende sul mio petto elato,
né sono l'ingenuo pastore della valle,
le cui labbra han tremato per occhi di fanciulla.
Eppure devo delirare per te, dirti più dolce
delle rose melate dell'Ibla, asperse di rugiada
così densa che inebria. Ah! tal rugiada mi giova,
la suggerò, cogliendola, con incanti e magia,
quando si svela il volto pallido della luna.