A te caduta

Amo
empirti le mani,
la pelle
di vento e di sole,
gli orti riarsi
di un nome
ai frutti degli occhi.
In canto l’ombra
chiama del viso.
Cade
la fronte alla sera,
al declivio caldo
del dire
ai fianchi della notte,
di ieri l’ultimo
silenzio al soffitto.

(da Fulvia Minetti, Trovami ancora, Cleup Università di Padova 2015)