A un poeta minore dell'antologia

Dov'è la memoria dei giorni
che furon tuoi sulla terra e intrecciarono
gioia e dolore e furono per te l'universo? Il fiume numerabile degli anni
li ha dispersi; sei una parola in un indice. Dettero ad altri gloria senza fine gli dei,
iscrizioni ed eserghi, monumenti e diligenti storici;
di te sappiamo solo, oscuro amico,
che una sera udisti l'usignuolo. Tra gli asfodeli dell'ombra, l'ombra tua vana
penserà che gli dei son stati avari. Ma i giorni sono una rete di comuni miserie,
e c'è sorte migliore della cenere
di cui è fatto l'oblio? Su altri gettarono gli dei
l'inesorabile luce della gloria, che guarda nell'intimo ed
enumera ogni crepa,
della gloria, che finisce col far avvizzire la rosa che venera;
con te, fratello, furono pietosi. Nell'estasi d'una sera che non sarà mai notte,
tu odi la voce dell'usignuolo di Teocrito.