Mio figlio era frutto d’Amore,
non di passeggiate notturne
o di vacanze da bestie.
Lo guardavo mentre gli cresceva la barba
che mi offriva
quando lo baciavo teneramente.
Mio figlio era bello,
nel suo corpo esile e pallido,
dove l’adolescenza
lasciava spazio alla maturità.
Sua madre era morta da tempo
ed io ero un padre scadente
che riusciva solo ad amarlo.
Tenerezza ed affetto
che, oggi, non colmano il vuoto
di una morte improvvisa
che colma il mio cuore di spine.
Lacrime…
per te, Alessio…
figlio di uno stupido padre
che crede ancora agli affetti
…e se ne vanta…
6 giugno 2007
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