E mentre primavera
s’appresta
come il seme che muore
a dare vita nuova
all’estate vicina
riprende il viaggio
nel crepuscolo
del prossimo mattino.
Turbato dal cielo
che si scioglie in vento
tra le foglie fragranti
d’una stagione appena nata
nudo è l’uomo
che ubriaco d’Universo
vive.
E nella gloria
d’ombre rosseggianti
che ad ogni tormento tolgono peso
termina il viaggio
come ogni cosa che deve finire.
Pigramente
dal caldo oceano
di una notte amica
sorge l’azzurro.
Le stelle tacciono.
Vapori sbiaditi.
12 maggio 2009
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