Ai seminatori di discordia

Un inferno non uno, non mille ma anche meno che uno
purché di qua.

Sono in tanti e aumentano un'umanità nell'umanità
trasversali, transnazionali
volano basso armati di ragionevole ragione
mutano pelle come mutano ragione sociale
sotto sotto cartesiani dalle idee chiare
il mondo è lo zerbino dell'affare amerikano
l'incubo il televisore nelle mani sporche di grasso
ci convincono che il nemico occupa la sponda destra del fiume
che il fiume è inquieto
dio salvi le crociate contro i profanatori del sacro fiume
grazie a dio se i nostri figli sono figli del mondo tra i possibili il migliore
grazie agli edificatori di pace nel paese della guerra chirurgica
grazie agli uomini di buona volontà per la miseria della volontà quotidiana
e al buon padre di famiglia amministratore saggio per la sua amministrazione delegata
nelle aziende dello sterminio di massa
si cacciano le streghe per le cittadelle del puttanaio d’alto bordo
di notte l’immondizia umana viene cacciata  sotto la soglia di tolleranza
di giorno la strabocchevole fiumana a difesa dei penultimi maltrattati
nel pomeriggio a reti unificate si televende di tutto e di più: detergenti per il corpo e per l’anima
sotto sotto all’amicizia dei popoli fratricidi che l’alba spazza come falce
sopra sopra alla puzza di bruciato che impregna la coscienza dei sopravissuti
sottosopra al conto alla rovescia per l’apertura del commercio di organi eco‐compatibili
il seme è gettato
il bifolco  nazional‐popolare in tutte le salse va dicendo in giro  che l’anno delle vacche grasse è sulla soglia
in tutte le lingue si è pronti alla chiamata e non importa chi chiama se la parola d’ordine è rispondere
è tempo di raccolta: a ciascuno secondo i propri bisogni, da ciascuno secondo le proprie possibilità
è il tempo della discordia nei secoli dei secoli
amen.