Alla Figlia di Un Re

Rompe il dosso d’un mio pensiero la tua risata contagiosa.
Schiocca tra sciabordio dell’acqua e rumori d’una festa.
S’alza/ si leva cristallina/ socchiudi gli occhi
inclini un po’il tuo capo/
Così, deliziosamente acconciato con un fermaglio e
qualche ciocca a lato.   Poiché, quand’anche la sofferenza fosse
la natura più oscena della vita
C’è questo lago e il tramonto e l’aurora
E il profumo dei ciliegi in fiore
L’andar delle stagioni, mai finito fiore il sentimento

Momenti, istanti. Frammenti d’ un tempo mai perduto
Si perdono nell’acqua e luci riflettono
come dentro lo specchio.
Galleggia l’ombra del sorriso
Disegna cerchi perfetti
Concentriche, equidistanti armonie sfumano la sera

Ed è già memoria bellissima, archiviata tra i ricordi più dolci.
Tra tutti quegli abbracci il commiato avviene senza pena
Detto s’è molto, indovinato poco, sperato infinitivamente.