Architetture Oscure del nostro essere

Credo che ci sia poco da dire,

il dolore, quello è un’altra cosa, una cosa da prendere con calma.

Ieri ho spiato la mia vita, infondo non era male, forse triste colorata di grigio sui bordi.

Ho provato a chiamarmi, gridavo ma non mi sono voltato.

Ecco, ecco un’altra estate che passa e io non mi volto, non guardo, perdo tutte le sfumature, i sorrisi, gli odori i colori.

Il mio nome perde di suono, non ha più significato si incasella con milioni di altri nomi dentro cassetti di metallo. Confuso perde le lettere cancellando pezzi di vita, cancellando idee e convinzioni. Non è bastata una vita per costruire tutto e ci è voluta solo una lettera per far crollare il mondo.