Non seguirmi, taglia al mio cuore la pancia
infetta, poi vattene. Vedi quanti chiodi fanno i miei passi
e quante lacerazioni vendono le mie mani.
Tu sei bianco come certe soglie allagate di alba,
il tuo sorriso arriva a mezzogiorno e vince.
Vai via da me, dalla stiva in cui tengo pronte
cento parole nere. Tu sei gioia traboccata
in una valle di catrame.
Un respiro abbracciato ad una carcassa.
17 novembre 2011
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Scrivo perchè le mie dita sanno dire meglio della voce.