Atlante dei lividi
Ci sono mani che non chiedono indicazioni,
sanno muoversi
a occhi chiusi
sull’atlante dei tuoi lividi.
Trovano le ferite al buio,
le cuciono con l’alito e lo spago
di giorni interminabili.
Quando il boato si è spento
e l’aria sa ancora di brace viva,
l’amore è quel pazzo
che raccoglie i tuoi frammenti a mani nude.
Il mondo ti butta fuori
come uno scontrino inutile,
ma c’è sempre un posto
dove il tuo nome è inciso
sul bicchiere opaco di ieri.
Non serve bussare:
la porta è un varco
sfondato dai tuoi ritorni.
Mentre gli altri se ne vanno
quando l’aria si fa opprimente,
l’amore resta
a contare i battiti
tra il tuo respiro e il suo.
Sa che l’attesa più lunga
è solo pioggia che passa
e non lascerà la tua mano
ad ascoltarne il ritmo.
Gli altri ti accendono il volto
con fiammiferi di cortesia.
L’amore invece dà fuoco
alle proprie ossa
per scaldarti
quando tremi.
L’amore vero non ha paura
del dolore.
Ci si immerge a occhi aperti,
ti aspetta
nella vasca
ancora calda
dove galleggia
l’ultima scottatura.