Il respiro della notte
avvolse gli orizzonti stanchi
in una timida carezza
quasi nascosta.
Bisbigli di ninfe
nel respiro delle ore rubate al buio.
Suoni e voci
nel tremito
preludio di passioni.
Lungo le vie
solo lo stormir del vento
a chiamar la notte
come amante
ferito e corrucciato
che dal desiderio
è vinto.
C.aurora
Da “Nel migrar dei giorni” 2000
6 novembre 2013
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Non è vero che chi legge ha la testa tra le nuvole. Tutt’altro. Ma il poeta non può più stare solo nella sua torre a rimirare il cielo. Deve sporcare di fango i suoi passi, e raccogliere il respiro del mondo.