Condensa, condensa l’aria calda
prodotta dalla stufa.
Si abbranchia all’opalino
liquido eremo rimasto senza uscite.
Diviene goccia tonda
perfetta unicità dell’essere
senza preoccupazioni e spigoli
rilassatezza sciatta e caldo buono.
Quello che è oltre sia da me lontano..
Sfregola il mio dito sul vetro,
trascina basso in rivoli umidibondi,
rugiade.
In un riflesso obliquo mi specchio,
mi ammiro narciso.
La mia speculare destra in realtà è sinistra
ed il mio “lato buono” è andato a farsi fottere.
18 dicembre 2011
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Se ne uccide più la lingua che la spada, quest'ultima proverà di certo risentimento in merito.