Sei partito senza le tue valige,
quelle zavorre appese alle spalle,
caro amico, oramai pallido.
Fuggi adesso, lontano da te,
dal tuo immondo sogno
di saggezza e pazzia.
Di che vivesti in tempi passati
se non della tua inutile speranza?
Nulla di me può trattenerti
perché la mia carne adesso è fredda
a la tua aura splende
come il fuoco di un grande incendio.
Adesso puoi sollevare i tuoi piedi,
mostrare a tutti il tuo volo, invisibile.
Sei morto, caro amico, fratello
ed io potrò dimenticarti
serenamente.
20 dicembre 2014
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Siamo esseri cosi limitati nel tempo, eppure interiormente infiniti.