C'è un gallo, nel pollaio...

Il cielo, nero a inchiostro, palesa una sorgente,
la notte, partoriente, si prepara a scomparire,
senza aprir le porte al sole.

Nel dì, di poche ore, infuria un temporale,
i cumuli son plumbei e sono gonfi,
rovesciano un torrente straripante,
fors'anche un fiume in piena, senza argini alle sponde.

C'è un gallo, nel pollaio, che s'appresta, al quotidiano buon mattino,
a dar la sveglia al vicinato ancor dormiente,
tuttavia quel frastuono ha turbato assai l'udito suo
e il lampo, ch'ha squarciato testé il bosco,
ha ferito, col bagliore, come scheggia, il suo occhio semiaperto.

Era lesto, ier mattina ma, stamane...è ancor presto!

La tempesta sta investendo tutto intorno,
son canali, nel terreno, che si formano ad oltranza,
sarà a letto, il contadino, rannicchiato nella coltre.

Pensa il gallo, rigirandosi, nervoso:
"Sono desto, ma assonnato, stamattina, forse il tempo?
Che, son matto?
Son sicuro: tutti dormono a quest'ora,
ché la pioggia assicura il buon dormire, col suo scroscio incentivante.
E io seguo la corrente della massa, stamattina faccio festa!"