Campo nomade

"Roba" buona questa sera,
quella "roba" che
ti fa star bene,
ti fa dire tante cose:
confidenze che
non avresti mai voluto raccontare
ed hai detto;
cazzate che pensavi
di voler dire
e le hai fatte.

"Roba" buona questa sera,
nel cielo c’è
la luna piena
nascosta dietro
un velo di nubi.

Lei mi stava aspettando
in quella stradina
di terra e fango,
adatta per un agguato,
che si fa largo
tra le recinzioni
coperte dalla vegetazione.

Così quieta sembrava
di giorno,
quando il sole penetrava
con i raggi
tra i rami inverditi
degli alberi da frutta;
una musica balcanica
suonata dal vivo
si diffondeva tutt’intorno
portando allegria estiva.

Lei che sbucava
da dietro un albero,
dolce
e con lo sguardo da dura,
capelli neri
come le piume di un corvo,
il seno ancora bello
ma con due bimbe al seguito.

Eccola!
Affascinante bellezza
nomade che avanza,
l’ombra della notte
scivola via
dal suo viso
ed eccomela davanti
alla luce della luna
che mi sorride:
poche parole solo sguardi
che parlano di desiderio

Nella tenue luce
noto una scritta sconosciuta
tatuata sul braccio,
poi la sua mano
si infila nella scollatura
della maglietta
e dal seno tira fuori un pacchetto
e mi ritrovo
in mano l’ennesimo
pezzetto.

Amante costosa
è la mia zingara
che di me
si prende cura
e quando gli porgo
la mano
non è per leggermi
il futuro,
anche se ha previsto
che tornerò di nuovo
da lei
domani.