Canto primo dell'Inferno rivisitato

Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai in una bolgia oscura Chè la diritta via era smarrita   Ahi quanto a dir qual era è cosa dura Esta selva selvaggia e aspra e forte Che nel pensiero rinnova la paura!   Mi risvegliai in una struttura in cemento[1] Speravo fosse solo un sogno Purtroppo la realtà era un vero tormento   Improvvisamente verso di me pareva venisse Una lupa rabbiosa Che aspettava che la paura mi tradisse   Mantenendo lo sguardo fisso a terra Per non dare alla lupa soddisfazione Le chiesi “ Chi sei e perché ami la guerra?”   Rispuosemi:”Sono Gangai[2]Preside che ricusa; lavorai nella scuole civiche con Campagnano[3] e ogni mia gesta si trasformò contro di me, in  accusa.   I miei fedeli rivoltarsi contro la mia figura, “io che sentivo i docenti come figli miei Tantè che il loro ricordo da lustri perdura”   “Cito ad esempio due prof. valorosi A cui feci molte battaglie Sempre con toni molto decorosi   Il primo[4]da poco meno di un anno in pensione Libero da lavoro dipendente, il secondo[5]mostrava contro di me avversione   la belva ringhiò per dimostrare che nonostante gli anni passati conservava l’arte di comandare   io che ricordavo dei colleghi i racconti tirai verso le fauci della lupa una polpetta con dentro tanti brutti  ricordi, senza sconti   le rimembrai le sue offese tante per citarne una,  quella scritta , al prof. Bonelli : “Tracotante”   erano bei tempi, ringhiò la lupa, non come ora. E pensando al futuro si fa cupa   Poi rivolgeasi con sguardo triste Cominciò a proferire, come, se fosse ispirata  non più da conquiste   e disse:” ti ritrovi in un luogo sperduto e se non trovi un rimedio in pochi anni , sarai fottuto   “non cedere alle lusinghe del potere Continua la tua strada E non dar retta a ciò che ti dirà un cavaliere.   Ti farà vedere una città incantata Ma quando sarai dentro le sue mura Scoprirai che è del tutto stregata   Non troverai i giovani colleghi Portatori di entusiasmo, neanche se con i tuoi amici , preghi.   Saranno sacrificati al dio dell’efficienza Pur sapendo che chi lo ha deciso Non dimostra di essere un pozzo di scienza   Per voi è prevista una peggiore punizione: dovrete lavorare  24 ore senza neanche la pausa  a fine lezione   Di fronte a questo presagio funesto Decido insieme ai miei compagni. “neanche un secondo in più, qui,  resto   ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ [1] Progetto di trasferimento delle paritarie a Loreto [2] Preside dei civici licei scientifico e magistrale fino al 1999 [3] Direttore delle scuole civiche fino al 2004 [4] Bruno Zocchi in pensione dal 2004 [5] Alberto Bonelli