Cavallo selvaggio

Selvaggio e libero,
il suo galoppo impazza sulla rena bagnata,
è l'unico suono che s'ode, oltre al sussurro del mare.
Vistose impronte, dove la schiuma s'insinua,
danno per certo che non stia volando,
a sguardo estraneo che lo stia rimirando.
Folta criniera e coda saettante,
della salsedine, han preso l'odore,
mentre il cavallo sfiora le onde,
in quel suo correre ardito e sfrenato;
schizzato a tratti il suo lucido manto,
dall'irriverente acqua salata.
Un galoppar senza precisa meta,
in quel tramonto pregnato d'immenso
pazzo destriero in lotta col tempo,
dalla beltá di un dio vigoroso
e del colore d'un demone truce.
Superba visione d'uno sguardo sì fiero,
d'un portamento regale e altero,
nell'animale scattante, pressoché surreale,
volta a intonar un cantico al mare.
Un inno alla natura, in quell'atmosfera
a metá tra fantastica e reale.