Cedat odium amori

L'odio soccomba all'amore.

Come può l'uomo desiar la pace,
se del prossimo suo è uccel rapace.
Come può l'improbo diventare probo,
se ovunque si gira trova il morbo
e il puzzo di tanti delinquenti,
che con idee sovversive e prepotenti
manderanno al macello tutti quanti,
noncuranti di Dio, nonchè dei santi.
Quante basi missilistiche ci sono!
Quanto denaro l'uomo butta al vento!
Sembra proprio non sentir tormento,
anzi la felicità di sì gran dono,
che la scienza oggi mette in mano
al bruto detentor e di vil talento,
che in un momento di pensiero insano
non avrà tregua per il pentimento.
Microbo sei tu in questo mondo,
pur detenendo un assurdo primato
di potenza, eretto solo sul terrore,
sul timore e mai sull'amore
mutuo e leale del prossimo prostrato
al tuo volere inutile ed immondo.
Il denaro, che serve per la morte,
potrebbe alleviare molte pene,
potrebbe tanto migliorar la sorte
dell'uomo, che per fame sviene.
Hai la pancia piena, uomo stolto,
e, non potendo più digerire molto,
anche il tuo pensier diviene fosco,
da farti diventar sempre più losco.
Libera da pensier funesti la tua mente,
non seminare più terrore in questo mondo,
poichè si è già toccato il fondo
dell'odio e dell'orrore, suo cliente.
Ascolta, o uomo, ciò che io ti dico,
anche se il verbo può sembrarti antico:
se vuoi che in terra regni sempre pace,
butta l'odio e l'orgoglio nella brace.

 
Dal mio libro "Miele e fiele"
Ursini Editore ‐  Catanzaro 1993