Cenere

Lo schiocco. Nulla.
Un altro e il fatuo fuoco sale.
L'accosto al timido involucro e aspiro.
Osservo il bordo chiaro
irrigidirsi e dirmi addio.

C'è intimità più grande
che poter
condividere un vizio?

Lo sguardo è vinto
oltre le colline di seta,
e un brivido s'aggrappa
al fumo che sale.
Un giorno mio padre
mi disse che il tempo
è il dio delle cose.
Ma ora so che il vuoto
sull'olimpo
cospira al suo fianco.

Un ceppo di polvere
grigia s'annienta,
portato dal vento.
L'acre respiro
di nuovo s'insinua.
Vorrei solo abbassare l'indice.
Sollevare il macigno.
E non sentirmi più solo.

Arde questa certezza
come goccia che esangue
ha smarrito la strada.
Cerco di distinguere
i confini del viaggio
prima che il tempo
abbia termine,
perché ho urgenza
di serenità.

Ora lo slancio è esausto.
Faccio un passo indietro
e sorrido.