Cinque Cento Settantasei

Sei ascensione al dolore, angelo che
traghetta con se la punta dello Stige,
su verso la bocca dell'imbuto ostruito.
Hai chiodi per ali, una cicatrice la tua
aureola, sei acquisto con incanto, rapito
più che furtivo. Sei lama per medicamento,
falla per sutura, Pasqua nel 2 di novembre
e Natale sotto Quaresima. Ti ho visto camminare
su due dita per non lasciare orme, ma questa
assurdità che con te si muove non ha destinazione.
Fermo come un piombo, talvolta volteggi con
la leggerezza rigida della foglia  morsa dal vento,
Parca a più mandate, bobina in bendaggio, specie
senza prolificazione, baco ingrugnito, falena a giorno.