Come si sta a fare i piccoli acrobati
della costanza, gli smarriti nel binario
del certo e più meriti da eresie
di zigomi tondi ‐l’opera assurta,
le repliche al teatro dei tarli che
insabbiano le stelle. Slanci ‐come
si sta a dirli al pulviscolo che
non lascia spiegare i rumori
delle belle giornate, della lava
venuta su da ossa di conchiglie.
20 ottobre 2017
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Non c'è spazio vuoto fra questi profumi. Eppure lo cerco, come l'ombra per il sonno.