Con altro nome

Assaporando piano i miei passi,
esperienze muscolari su terra ferma,
ho sentito la pancia, il vuoto, i denti scoppiare,
la rabbia, la gioia e altre fiamme, 
salire al volto, alla schiena e alla lingua,
diffondersi sotto la pelle e pervadermi i nervi,
come elettricità e brivido; 
oppure ritornare nell'oscurità senza aver avuto un nome.
Ho mia madre e mio padre,
che m'hanno messo nel sangue il mare e il viaggio,
mobile e impermanente,
inevitabilmente, il riflesso del mio sentire;
e m'hanno vestito con abiti caldi e difformi dai miei sorrisi e dai miei pianti,
che pur son diventati grandi,
riconoscendosi di nuovo, dopo mille anni,
ritornando nei gesti con altro nome.