Malchiusi e malcelati
questi debordanti
pensieri che ritornano
prepotenti e
su tremolanti e incerte
scale della memoria
arrancano dolenti
Maldestre e malsinistre
le mie mani
che parlano
una lingua diversa
e si stupiscono ancora
osservando l’immobile viaggio
di queste coraggiose parole
Rubate al tempo
mute e straniere
mi crescono dentro
e strappano le ultime foglie
dall’ingiallito mosaico
di questo morente autunno
Parole
vuote a perdere
in quest’aria ferita
dai volti taglienti
di manichini di carta.
29 aprile 2008
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Arbeit macht frei
di Pierfrancesco Di Matteo
Dicono che è importante
brillare sempre di luce propria
anche quando si parla senza(…)