Decadenza

Tristezza e pioggia,
lacrime e sangue,
mica posso morire,
schioccando le dita.
La sigaretta è spenta,
l'alcol finito,
amici alcuni,
brave persone.
A casa tutto bene,
nemmeno lo sanno,
che io mi diverto,
a strisciare per terra.
La vità è...
ma cosa volete che sia?
Un urlo verso il cielo
raramente viene ascoltato.
La luce è assente,
tenui neri mi accarezzano,
il telefono suona,
sembra quasi un dovere.
Si fidano di me?
O non gliene importa?
Ho perso la voglia
di scriver poesia.
Tanti numeri uno,
tanti hanno un talento,
io il mio lo nascondo,
e un po' mi vergogno.
Mi manca il coraggio,
per vivere bene,
mi sembra più facile,
restare da soli.
Poi uno si gira
e non vede persone,
un'ombra a volte
è capace a parlare.
Scendono aghi,
ma non bucano niente,
la strada sterrata,
è piena di dolore.
Quanto silenzio,
pagherei per averlo,
una sberla in faccia,
non può mica far male?
Riconosco ancora
il mio labbro dalla mia lingua,
sono un gran bastardo?
Voglio stare da solo?
Non lo so nemmeno,
io lo trovo carino,
iniziamo a giocare?
Cominci il mio declino.