Ho preso la matita e col cerone
il viso ho pasticciato da pagliaccio,
coscienza ho perso un dì di quel che faccio
perché ricalco l’orma del buffone.
Lo specchio guardo, ma non mi rifletto
mentre i colori spalmo da pittore.
La tela è un viso ed il pennello un cuore
che intingo nella cipria e nel rossetto.
La bocca grande, priva di sorriso,
a dondolare sopra l’altalena
mi porta con tristezza all’improvviso.
Immensa è diventata la mia pena,
la lacrima che scivola dal viso
più amaro rende adesso il retroscena…
16 novembre 2010
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